5. Il ritorno alle origini: la riscoperta del valore della confederalitą (2006) - SINFUB - Federazione Nazionale Sindacati Autonomi Personale di credito, finanza e assicurazioni

5. Il ritorno alle origini: la riscoperta del valore della confederalitą (2006)

Pressoché contemporaneamente il 110° Consiglio Nazionale della Fabi tenutosi il 19-20 gennaio 2006 ha deliberato “l’avvio del confronto con la dimensione confederale del sindacato, con l’obiettivo di trovare una linea comune e ha preso atto dell’apertura di un percorso con la Cisl, ... finalizzato alla ricerca di convergenze politiche e di unità di intenti”.

A tal fine, la Fabi ha ritenuto “propedeutico per la ripresa dei rapporti unitari all’interno della Categoria, attivare con la Cisl un vero e proprio patto di azione” con al centro “la condivisione di politiche organizzative e contrattuali, partendo dal confronto sui grandi temi, quali l’autonomia, la democrazia economica e la responsabilità sociale”.
Alla luce di quanto sopra, in data 25 gennaio 2006, la Segreteria Nazionale ha inviato una nuova lettera, indirizzata alla Cisl e alla Fiba, per riconfermare l’interesse del Sinfub ad “avviare trattative volte a definire una intesa strategica, finalizzata ad una migliore tutela delle conquiste normative e retributive delle categorie rappresentate”, valutando “percorribile in tale contesto l’ipotesi di un patto di azione o di altre forme di intesa sul piano politico, organizzativo e contrattuale, con la Cisl e, conseguentemente, con la Fiba”.
Propedeutica all’apertura del confronto è stata la “premessa del superamento del concetto di sindacato autonomo quale entità a sé stante nel mondo del lavoro”, con l’obiettivo della “valorizzazione di detta esperienza quale ulteriore arricchimento, sul piano politico e organizzativo, delle interrelazioni del sindacalismo confederale nei confronti dei lavoratori”. I contatti avuti sono sfociati in alcuni incontri tra Cisl, Fiba e Sinfub, a livello di segreterie plenarie.
Nell’incontro con la Segreteria Generale Cisl, avvenuto il 7 febbraio 2006, “sono state condivise le linee di un patto di unità d’azione tra Cisl, Sinfub e Fiba, a partire dal confronto sui temi strategici e dalle effettive convergenze sulle politiche contrattuali ed organizzative”. L’approfondimento successivo ha portato alla stipula in data 22 febbraio 2006 di un “accordo di percorso con la Cisl e la Fiba costituito da due fasi:
- una prima fase che prevede una pre-adesione alla Cisl caratterizzata da un patto di unità d’azione;
- la seconda, caratterizzata dall’individuazione e condivisione di una forma associativa, che stabilizzi e renda organici i rapporti fra le organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo di percorso, nel rispetto delle identità e delle autonomie di ciascuna.”
“Tale percorso sarà sottoposto a verifiche volte ad assicurare l’evolversi dello stesso, la condivisione e l’efficacia delle scelte discendenti, le modalità, gli strumenti e le iniziative comuni da porre in essere”.
“L’intero percorso si concluderà con le conseguenti deliberazioni congressuali non appena saranno definite di comune accordo le forme associative da adottare.”
Il risultato dell’avvicinamento condotto, analogamente e pressoché contestualmente, da Fabi e Sinfub, che è sfociato nell’accordo di percorso di cui sopra, ha rivoluzionato gli equilibri fra i sindacati presenti nel settore del credito. Infatti, l’alleanza Fabi-Fiba-Sinfub è ampiamente rappresentativa di tutto il personale e rappresenta, a pieno titolo, contrattualmente tutti i lavoratori (dal commesso al dirigente).
La Fiba ha subito manifestato interesse per la nostra iniziativa accettando che fosse salvaguardata l’autonomia e l’identità del nostro sindacato. Anzi, la dirigenza Fiba ha convenuto che è interesse comune valorizzare l’identità del Sinfub e farne uno strumento di rafforzamento della azione congiunta al servizio dei lavoratori.
L’intesa è stata sottoscritta presso la sede della Cisl, alla presenza delle segreterie congiunte di Sinfub e Fiba e dell’allora Segretario Generale Cisl, Savino Pezzotta, che ha firmato personalmente l’accordo facendo da garante all’intera operazione. E’ d’uopo, per maggiore chiarezza, riportare qui di seguito stralcio di alcuni punti dell’accordo di percorso:
“La Cisl riconosce il valore dell’associazionismo e promuove tra le sue politiche il fattivo confronto con il sindacalismo autonomo nel pieno rispetto delle tradizioni e delle storie delle singole organizzazioni sindacali e dei reciproci valori.”
“La Cisl in tutte le sue articolazioni pone a fondamento della sua azione politica, l’autonomia, la partecipazione, la democrazia economica, la responsabilità sociale delle imprese, in una dimensione solidaristica.”
“Il Sinfub si riconosce in questi principi e apre un confronto con il sindacato confederale Cisl.”
“La Cisl prende atto delle dichiarazioni del Sinfub e rileva che il Sinfub è portatore di un valore aggiunto, in quanto rappresentante specificamente delle alte professionalità del settore del credito.”
“Sulla base di tali premesse Cisl, Fiba/Cisl e Sinfub decidono di iniziare un percorso di raccordo sui temi di politica generale e di settore in analogia e contestualmente con quello aperto con la Fabi.”
“Sul piano organizzativo si darà seguito in tempi brevi alla individuazione di opportune sinergie da definirsi in successivi incontri tra Fiba/Cisl, Cisl, Sinfub e Fabi.”
 
La Segreteria Generale della Cisl nel corso dell’incontro del 22 febbraio 2006, ha mostrato grande interesse per i valori dell’autonomia, che sono a fondamento della politica di quella confederazione, e per le organizzazioni sindacali autonome. E ha riconfermato che la Cisl pone alla base della sua azione - oltre alla partecipazione, alla democrazia economica, alla responsabilità sociale delle imprese, in una dimensione solidaristica - anche l’autonomia dai partiti politici; valori tutti nei quali il Sinfub si riconosce pienamente da sempre. In particolare, la Cisl ha mostrato apprezzamento per il Sinfub - sindacato tradizionalmente rappresentativo dell’area direttiva - anche perché stipulante il contratto per i dirigenti del credito.
Nel ribadire la nostra concezione dell’autonomia intesa quale indipendenza dai partiti politici e da ogni forma di riveniente condizionamento, e dopo aver sottolineato che la nostra attività è stata sempre protesa esclusivamente alla strenua difesa degli interessi dei lavoratori rappresentati, nell’ambito però dei più generali interessi della collettività, l’accordo è stato perfezionato, senza alcuna difficoltà.
Dal punto di vista pragmatico, i presupposti dell’intesa concretizzatasi nel citato accordo di percorso sono i seguenti:
- preservazione dell’identità e dell’autonomia del Sinfub (a tutti i livelli, nazionale, territoriale, aziendale, finanziario e cedolare) nonché, ovviamente, della titolarità contrattuale;
- condivisione dei valori comuni, in un’ottica sinergica, sul piano organizzativo e contrattuale;
- raccordo operativo dell’azione sindacale del Sinfub con quella della Fiba.
Sulla base di siffatte premesse, il patto di azione Cisl, Fiba e Sinfub - che si muove parallelamente a quello Cisl, Fiba e Fabi - non può che essere foriero di risultati positivi.
L’alleanza determinatasi nel settore del credito tra Fabi, Fiba e Sinfub, con il definitivo abbandono del progetto del polo autonomo e di ogni iniziativa ad essa collegata, ha comportato un primo naturale effetto: quello della caduta di ogni veto politico-sindacale posto nei confronti del Sinfub. Infatti, il ritorno alle origini del nostro sindacato, con la riscoperta del valore della confederalità nell’ambito della Cisl, ha determinato di fatto la caducazione di ogni potenziale ostilità.
L’accordo di percorso prevede, come sua positiva e naturale evoluzione, l’adesione alla Cisl, da sottoporsi ovviamente alle opportune deliberazioni alle naturali scadenze congressuali.
Onde sgomberare il campo da equivoci, anche al fine di dare più ampia trasparenza all’accordo di cui sopra, precisiamo subito che non abbiamo registrato, dopo la nostra lettera del 30 novembre 2005, analoghe disponibilità da parte degli altri sindacati confederali.
I vari passaggi negoziali fatti da Fabi e Sinfub sono avvenuti in uno spirito non competitivo ma di reciproca collaborazione tesa a riscoprire congiuntamente il valore della confederalità, in una ottica di pluralismo e di unitarietà. Infatti, nel percorso di avvicinamento alla Fiba, Fabi e Sinfub sono pervenuti ad accordi sostanzialmente analoghi.
Nel suo Congresso straordinario del 21-24 marzo 2006, la Fabi ha definitivamente seppellito il progetto del polo autonomo, ha deliberato il recesso dalla FASST (Federazione Autonoma Sindacati Servizi e Terziario) ed ha approvato la nuova rotta di quella che è stata la prima ed è la più grande federazione autonoma del settore del credito.
Al termine di queste vicende, lo scenario nel settore appare completamente mutato.
Dopo un periodo di incertezza nel corso del quale si è ipotizzata la formazione di due tavoli, uno dei quali formato da Fabi–Fiba–Sinfub e uno dalle rimanenti Organizzazioni Sindacali del primo tavolo, la saldezza della alleanza che, anche se appena conclusa, ha già un taglio strategico, ha ricondotto il confronto nell’ambito di un percorso e di una prospettiva più rispondenti alle reali esigenze della categoria.
I successivi momenti di confronto hanno innestato un processo di allargamento a tutti i sindacati, raggiungendo il risultato storico di un tavolo negoziale unico. Va ricordato che quello del credito è l’unico settore in cui si è realizzata l’unità fra tutte le oo.ss., le quali hanno costituito un fronte negoziale unitario rappresentativo di tutto il mondo del lavoro bancario (dal commesso al dirigente).
Il Sinfub, naturalmente, è stato favorevole a questa soluzione che ha rafforzato il fronte sindacale in un momento in cui assistiamo ad un attacco teso a ridurre gli spazi a tutela dei lavoratori e a ridimensionarne le conquiste conseguite in anni di lotte. Certo, non è stato facile amalgamare le posizioni di tutti e riportarle ad un’unica linea, premessa indispensabile per la conduzione in modo unitario delle future trattative.
Appare evidente, però, che per noi, così come per taluni altri sindacati, sono importanti la elaborazione culturale, l’approfondimento dei problemi, la correttezza delle analisi politiche, la individuazione di soluzioni che tengano conto delle compatibilità economiche e riescano a conciliare gli interessi di aziende e lavoratori.
Perciò, vanno sviluppati e approfonditi la capacità di ascolto della categoria attraverso assemblee, riunioni, dibattiti e va rafforzata la professionalità dei nostri quadri dirigenti. Professionalità che deve essere sviluppata non solo nelle materie strettamente sindacali, ma anche nella conoscenza dei problemi del mercato del credito e delle aziende, investendo nella ricerca e nella proposta di miglioramenti della organizzazione del lavoro. Elementi che aumentino l’efficienza, rilancino la produttività, migliorino le condizioni ambientali e la motivazione dei lavoratori e consentano, in tal modo, di accrescere, nel contempo, la redditività delle aziende e le retribuzioni dei dipendenti.
Dobbiamo avviarci, in altri termini, verso un tipo di sindacato professionale che sia in grado di confrontarsi con le aziende sul terreno della efficienza e della competitività e che rivendichi frontiere più avanzate per il lavoro in termini normativi e retributivi, quale partecipazione dei lavoratori al miglioramento della redditività aziendale cui siano collegati ulteriori incrementi retributivi.
È una sfida ambiziosa, ma che possiamo vincere se utilizziamo e sfruttiamo in modo intelligente tutte le risorse del nostro sindacato.

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